"La via maestra": il manifesto dell'assemblea per la Costituzione
Proponiamo come riflessione sulla Costituzione il documento firmato da Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky e presentato a Roma domenica 8 settembre 2013 all'assemblea indetta dalle associazioni per la Costituzione.
1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l'abolizione dei privilegi, l'equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d'ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d'una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch'essa sancisce?
Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l'idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l'ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un'altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s'è fatta strada l'idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo della sostituzione del governo della "tecnica" economico-finanziaria al governo della "politica" democratica. Così, si spiegano le "ineludibili riforme" – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all'altra.
La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un'idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d'un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.
2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell'attualità di quell'articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell'uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell'art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un'anticaglia e sostituito dall'elogio della disuguaglianza e dell'illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l'inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall'art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le "naturali" leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l'equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall'art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d'ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell'evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l'idea di società giusta che la Costituzione ci indica.
Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all'autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell'esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d'ogni giorno.
In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d'incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l'isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.
3. C'è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell'iceberg!), l'esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.
Anche noi abbiamo le nostre "ineludibili riforme". Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla.
Lorenza Carlassare
Don Luigi Ciotti
Maurizio Landini
Stefano Rodotà
Gustavo Zagrebelsky
La Costituzione Italiana e lo Statuto della CFL nella promozione dei diritti dei consumatori
Vale la pena ricordare che l'art. 3 della Costituzione recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge , senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personale e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo articolo indica molto bene la strada che deve percorrere anche la nostra Cooperativa e che è richiamata anche nel nostro nuovo Statuto e precisamente all'art.3:
Il nostro agire, come Cooperativa, deve essere indirizzato alla formazione e tutela del socio–consumatore–cittadino, cercando così di rendere attuabile l'art. 3 della Costituzione (pieno sviluppo della persona umana). Da noi il socio deve poter diventare un consumatore informato, critico, consapevole, etico, solidale e quindi responsabile nelle sue scelte. Ecco l'impegno fondamentale della CFL.
Da parte dello Stato qualcosa negli anni è stato fatto per i cittadini–consumatori:
- nel 1997 ha riconosciuto legalmente le associazioni dei consumatori (ora sono 18);
- nel 1988 ha istituito il Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti (CNCU);
- nel 2005 è stato emanato il "Codice del consumo", il provvedimento che raccoglie tutta la normativa a tutela del consumatore.
 Conoscere il Codice equivale a conoscere i propri diritti di consumatore, cioè le regole che disciplinano numerose situazioni del nostro quotidiano di consumatori (dalla pubblicità al marketing aggressivo; dall'acquisto di beni e servizi alle vendite su Internet; dal credito al consumo alle vacanze; etc.).
Con la diffusione delle politiche comunitarie europee, anche in Italia si sono sviluppate direttive e normative per la tutela dei diritti dei consumatori, che hanno portato alla ratifica dei cinque diritti fondamentali dei consumatori europei.
I 5 diritti fondamentali del consumatore
La tutela della salute e della sicurezza dei consumatori Sul mercato possono essere immessi solo prodotti che non presentino pericoli per la salute e la sicurezza dei consumatori.
La tutela degli interessi economici dei consumatori Sono vietate in generale la pubblicità ingannevole e le formulazioni fuorvianti nei contratti conclusi dai consumatori.
Diritto del consumatore all'informazione e ad adeguate istruzioni I consumatori devono essere informati per poter scegliere fra i vari servizi offerti loro. Per questo è necessaria una adeguata e obiettiva informazione sulle caratteristiche e sui prezzi dei prodotti.
Diritto al risarcimento I consumatori devono poter contare su consulenza e assistenza per ottenere il risarcimento per prodotti difettosi o per danni risultanti all'uso di beni e servizi. Diritto dei consumatori è che queste consulenze siano di facile fruibilità.
Rappresentanza e partecipazione I rappresentanti dei consumatori devono partecipare al processo decisionale per le questioni che li interessano, a livello locale, nazionale o comunitario.
Strada da percorrere ce n'è ancora parecchia e per fortuna molte normative sono state emanate con l'intento di applicare sempre più la nostra Costituzione sotto la spinta dell'Unione Europea tramite le sue direttive.
Vale sempre la pena ricordare le parole di John F. Kennedy a 50 anni dalla sua morte:
Non pensare a cosa la tua nazione può fare per te, pensa a cosa tu puoi fare per la tua nazione
E quindi ciascuno di noi deve impegnarsi per la realizzazione della nostra Costituzione!