Sia il Parmigiano Reggiano che il Grana Padano sono formaggi di pasta dura proveniente da latte vaccino, stagionati, semigrassi e a lenta stagionatura. Ma con differenze che li rendono unici.
Prima di tutto è il luogo di produzione, come si può dedurre dai loro nomi. Il Parmigiano Reggiano è prodotto esclusivamente nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Bologna. Per il Grana Padano la produzione avviene nella parte superiore della pianura padana, al di sopra del Po, in zone del Piemonte e della Lombardia e nel Veneto.
I costituenti subiscono trasformazioni biologiche attraverso vari processi. Le materie prime impiegate sono uguali per entrambi ma è diversa l'alimentazione delle mucche.
Per il Parmigiano Reggiano si utilizza latte proveniente da mucche che si nutrono con foraggi locali, erba in estate e fieno in inverno con l'aggiunta di mangimi che danno un maggiore apporto nutritivo. Il DOP del Parmigiano Reggiano vieta l'utilizzo di foraggi conservati in silos, cosa che comporta lo sviluppo di microbi che danneggiano la qualità del formaggio stesso.
Il latte utilizzato per il Grana Padano invece viene dalle mucche nutrite con foraggio e miscele di cereali e leguminose che potrebbero essere conservati in silos. Per evitare contaminazioni durante la lavorazione di questo formaggio viene introdotto un conservante, il liozima.
Come valore nutritivo entrambi i formaggi si equivalgono. In 100 grammi di Parmigiano Reggiano troviamo il 29,5% di acqua, 35,5% di proteine, 25% di grassi, tracce di carboidrati, 446 mg% di sodio e 100 mg% di potassio. La stessa quantità di Grana Padano contiene: 30,5% di acqua, 35,5% di proteine, 25% di grassi ed il 3% di carboidrati. In entrambi ci sono vari tipi di vitamine.
Più sono stagionati e più sono di facile digestione ed assimilabili. Di conseguenza vanno bene per la crescita dei bambini, per chi soffre di osteoporosi, per chi segue un'alimentazione controllata, essendo un cibo completo e non eccessivamente calorico e per le persone anziane.
Il Parmigiano Reggiano prevede una stagionatura di almeno 18 mesi. A seconda della stagionatura di questo formaggio si divide in: "nuovo" entro i 12 mesi; "maturo" dopo 12–18 mesi; "vecchio" dopo 18–24 mesi e "stravecchio" dopo 24–36 mesi. La marchiatura a fuoco avviene dopo 12 mesi e solo sulle forme che hanno i requisiti per la certificazione DOP.
Durante la stagionatura le proteine vengono sottoposte all'azione enzimatica grazie a lieviti ed enzimi di origine batterica. Da qualche anno, attraverso la marchiatura, sono state introdotte maggiori informazioni sulla forma del Parmigiano Reggiano. Oltre al logo ed ai puntini caratteristici per riconoscerlo, se troviamo incisi dei solchi orizzontali significa che la stagionatura è di 12 mesi, e dev'essere venduto come fresco, un numero che è la matricola del caseificio che ha prodotto la forma, mese ed anno di produzione. Quando su una forma troviamo una X significa che non può essere venduta come Parmigiano Reggiano.
La stagionatura del Grana Padano è di 12–18 mesi ed il marchio viene posto solo sulle forme che hanno superato il test di qualità. I grassi in esso contenuti hanno subìto una modificazione totale che permette il loro assorbimento direttamente attraverso la mucosa intestinale. Sulle forme del Grana Padano compare un quadrifoglio con all'interno la sigla della provincia di produzione, la matricola del caseificio, il bollo di qualità (che testimonia l'autenticità del formaggio) e le losanghe tratteggiate su tutta la circonferenza della forma.
Anche se si nota una piccola differenza di gusto, questo dipende dal clima diverso, nella qualità del latte, che nel caso del Grana Padano viene raccolto e quindi prodotto formaggio tutto l'anno, compreso il periodo di stagionatura. Per il Parmigiano Reggiano, il latte proviene da animali nutriti con foraggio di prato ed erba medica. Il periodo di produzione è dal primo aprile all'11 novembre.
Il latte proveniente dalla fase di mungitura mattutina e serale viene fatto riposare. Così facendo il grasso affiora ed il latte viene parzialmente scremato. Al latte viene aggiunto il caglio di vitello, poi avviene la fase di salatura che dura circa un mese.
La stagionatura di entrambi i formaggi è una fase molto delicata, durante la quale le forme devono essere tenute sotto controllo. Le forme vengono pulite e rivoltate per fare in modo che venga stagionata anche la parte che batte sul piano di appoggio.
Il prezzo di entrambi i formaggi varia in funzione alla stagionatura e del marchio DOP (denominazione di origine protetta).
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